In viaggio verso l’eWallet europeo

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Prosperità e crescita economica
Sviluppo tecnologico e innovazione

In viaggio verso l’eWallet europeo

16 Gennaio 2023
Federico Cella, Michela Rovelli

Il portafoglio digitale europeo, una sorta di miraggio di semplificazione che sta iniziando a prendere forma concreta. Di cosa stiamo parlando? Dell’eWallet, una sorta di cartella personale del cittadino europeo che permetterebbe (permetterà) di viaggiare e vivere più leggeri sul fronte burocratico. L’esempio più facile per capirsi è legato al Green Pass, che tramite app sullo smartphone permetteva ai vaccinati di mostrare la propria idoneità con il semplice gesto del dito su uno strumento che portiamo sempre in tasca. Ecco, l’idea è proprio quella: un’app che contiene tutta la nostra identità digitale e che con un paio di semplici passaggi la declini a seconda delle esigenze del momento.

Questo significa in prima istanza uno snellimento verticale delle procedure burocratiche. Da sempre uno dei guai italiani – preso in giro anche nel film Le 12 fatiche di Asterix, la cui ultima prova era proprio provare a superare la burocrazia romana/italiana -, fatto salvo gli ultimi due anni che hanno visto la Pubblica Amministrazione rendersi più facile e fruibile attraverso lo Spid, come sottolineato anche nel Rapporto europeo Desi. Si vuole dunque raccogliere in un unico luogo tutti i documenti, i certificati, i moduli che ci accompagnano da una vita, un risparmio di tempo ma anche di carta. Argomento non secondario, quello della sostenibilità. Ma l’eWallet vuole andare anche oltre. E contenere la versione digitale di patente, passaporto, tessera sanitaria, libretto di circolazione e attestazioni di titoli professionali, come una laurea o la prova di iscrizione a un albo. E ancora: noleggiare un’auto all’estero, mostrare la propria storia sanitaria ai medici (e ricevere le ricette direttamente nel portafoglio elettronico) in caso di necessità in un Paese straniero, effettuare rapidamente operazioni come l’allacciamento del gas, l’apertura di un conto in banca, il check-in negli alberghi. L’intera nostra identità e vita, in digitale.

Alla base di tutto questo c’è il GDPR, il Regolamento generale sulla protezione dei dati promulgato nel 2018 e che rappresenta tuttora lo standard che sta facendo da punto di riferimento nella difesa del diritto alla privacy in tutto il mondo. E che offre una solida base di lavoro al progetto del Wallet elettronico. Che non sarà, trapela da Bruxelles, obbligatorio: chi vorrà potrà proseguire alla “vecchia maniera”. In ogni caso il processo di adozione dovrebbe richiedere almeno un paio di anni, tempo nel quale anche le circa 33 milioni di identità digitali in Italia (Spid) potrebbero essere idealmente riconvertite, anche se formalmente si tratterà di due strumenti diversi, con il possibile naturale passaggio dallo Spid all’eWallet.