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Sviluppo tecnologico e innovazione

Addio Skype, il software che ha accorciato le distanze

10 September 2025
Federico Cella e Michela Rovelli

La storia di Skype inizia in un periodo storico in cui ancora non c’erano gli smartphone né tanto meno le app. Era il 2003 e due imprenditori europei - Niklas Zennstrom, svedese, e Janus Friis, danese - trovano il modo di semplificare le comunicazioni a distanza. E soprattutto, di renderle molto, molto economiche. La storia di Skype è durata 22 anni, tra grandi successi, importanti acquisizioni, e un numero, impossibile da calcolare, di telefonate e videochiamate tra persone che - altrimenti - non sarebbero riuscite a rimanere in contatto. Il 5 maggio scorso questa storia si è conclusa: Microsoft, proprietaria della piattaforma dal 2011, ha deciso di dismetterla e di spostare tutti i servizi su un’unica app, Microsoft Teams.

Tornando a quel 2003, l’idea geniale dietro a Skype non era solo quella di sfruttare la connessione per trasformare la voce in dati digitali, ma anche la tecnologia peer-to-peer usata per farla viaggiare da un posto all’altro. Non era necessario passare da un server centrale: i computer di chi voleva fare una chiamata si collegavano attraverso quelli di altri utenti. E, per chi Internet ancora non lo usava, si poteva anche - dal proprio account - chiamare un numero di telefono vero e proprio. Nel giro di qualche mese Skype si mangia un terzo del traffico globale delle chiamate internazionali. Due anni dopo, nel 2005, eBay lo acquisisce per 2,6 miliardi di dollari, rendendo Zennstrom e Friis molto ricchi e completamente sconosciuti ai più. Poi, nel 2011, è Microsoft a cercare l’affare: mette sul piatto 8,5 miliardi per portare a casa la piattaforma di chiamate Internet più usata al mondo. L’obiettivo era integrarla nell’ecosistema dei suoi servizi, ma non ci è mai veramente riuscita. E, di conseguenza, non ha saputo sfruttare l’investimento. 

Nel mentre attorno a Skype arrivano nuovi e agguerriti rivali: le stesse app di messaggistica - WhatsApp, prima di tutti - ma anche FaceTime, Zoom, Google Meet, Webex. Tra i competitor c’è anche la piattaforma della stessa Microsoft, che nel 2017 ha lanciato Teams. Una concorrenza interna, in pratica, su cui ora ha deciso di mettere la parola fine. Gli utenti che ancora usano Skype sono invitata a migrare proprio lì, su Teams. Che è nata come servizio per la collaborazione aziendale e che oggi si è evoluto ed è stato aperto anche agli utenti privati. 

Mentre ognuno farà la sua scelta e deciderà a quale servizio cedere lo scettro di erede personale di Skype, vale la pena ricordare per un momento tutti quegli affari, quelle relazioni a distanza, quelle connessioni familiari, quegli amici lontani che sono riusciti a comunicare e conversare per tanti anni grazie a quella piattaforma nata nel 2003 da un’idea di due imprenditori, uno svedese e uno danese. E se vi siete sempre chiesti cosa significa Skype, la risposta sta proprio nel metodo sfruttato per mettere in contatto le persone in un modo nuovo: è stata unita la parola “Sky” (ovvero cielo, per rappresentare la portata globale del servizio) con “peer-to-peer”, la tecnologia che sta alla base. L’originale “Skyper” ha perso poi la R finale per diventare l’iconico, e ormai passato, Skype.