La sostenibilità (per l’uomo e per il pianeta) dell’alimentazione

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Sviluppo rurale e sicurezza alimentare

La sostenibilità (per l’uomo e per il pianeta) dell’alimentazione

26 May 2022
Federico Cella, Michela Rovelli

Siamo quello che mangiamo. Ma quante volte ci fermiamo a riflettere su cosa davvero c’è nel nostro piatto? Sicuramente troppo poche. Se è vero che l’attenzione per l’alimentazione sta crescendo sempre più, altrettanto vero è che ciò che arriva nei supermercati, nelle cucine dei ristoranti e nei nostri frigoriferi è ormai inevitabilmente legato a processi industriali ed economici difficili da fermare. Proviamo però a fare la nostra piccola parte, per la nostra salute ma anche per quella del pianeta.

Per esempio, iniziando a informarci sui problemi legati alla fornitura del cibo. Ci sono ormai diversi libri e documentari che lo raccontano bene. Uno è “Rotten”, una serie disponibile su Netflix che spiega – puntata dopo puntata – l’origine, la produzione e la distribuzione di un cibo. Dagli arachidi al pollo, dal merluzzo al cioccolato.

Sani ma poco sostenibili: ci sono due cibi in particolare il cui consumo è cresciuto in modo esponenziale. Per capire gli effetti collaterali dell’avocado puoi guardare questo video, prodotto da Internazionale in collaborazione con la Thomson Reuters Foundation. Mentre se vuoi saperne di più sulla produzione di soia e sul suo impatto ambientale c’è questo approfondimento del Corriere della Sera.

Gli amanti dei fast food dovrebbero invece vedere il documentario – candidato all’Oscar nel 2005 – “Super Size me”. Il regista è anche il protagonista e si chiama Morgan Spurlock. È lui, in prima persona, a sperimentare gli effetti sul corpo umano dopo aver mangiato, per trenta giorni, tre volte al giorno, il cibo venduto da Mc Donald’s. Per tutto il mese viene controllato da un medico, una gastroenterologa e un cardiologo. Spurlock parte con un peso corporeo di 83,5 chili e – dopo diversi episodi di mal di stomaco, uno stato di depressione e tachicardia – arriva a pesarne 95. Gli ci vorranno mesi per disintossicarsi.

Ma le catene di fast food sono un vero e proprio business tutto da studiare. E da provare. Lo puoi fare con questo gioco gestionale (gratuito) che, attraverso una ben congeniata parodia dei meccanismi che stanno dietro alla catena di Mc Donald’s, ne spiega il funzionamento. Impossibile tenere su questo impero per più di pochi minuti.

Nel 2050 sulla Terra ci saranno 9 miliardi di persone da sfamare. Ed è questa la premessa da cui parte il libro “9 miliardi a tavola” per illustrare le nuove tecnologie che potranno aiutarci a sfamare tutti senza per questo distruggere completamente il Pianeta. Scritto dal professore Mauro Mandrioli dell’università di Modena e Reggio Emilia, passa dall’utilizzo dei droni per ottimizzare sull’uso dei terreni agricoli alle squadre di agricoltori robot per rendere più efficiente la produzione fino alle fattori verticali nei centri urbani, ai Big Data e alla genomica.

A proposito delle potenzialità nell’agricoltura della mappatura del genoma, puoi guardare qui il suo intervento al TedX di Rovigo.